Mini Clubman, storia di un’icona dell’automobile
La Clubby esce di scena dopo 55 anni
05/02/2024, una data che gli amanti, ed, i possessori di Mini Clubman, di certo, non dimenticheranno molto facilmente.
Sì, poiché in tale giorno, l’ultima Mini Clubman è uscita dallo stabilimento MINI di Oxford.
Ma ripercorriamo brevemente la storia di una delle più iconiche e particolari Mini di sempre.
Genesi e storia
La Clubman nasce 55 anni fa, nel 1969, quando i più importanti vertici della British Leyland, decisero di ridefinire le linee della Mini, con un leggero restyling.
Rispetto alla Mini originale, la Clubman presentava il frontale squadrato e leggermente più allungato; ma anche gli interni furono leggermente ridefiniti, soprattutto il disegno della plancia e il design dei sedili.
La Leyland decise, in oltre, di lanciare sul mercato una versione station wagon, identica alla Mini Traveller, ma differente solamente per il già succitato frontale squadrato ed il nome: Mini Clubman Estate.
Per quanto riguarda la meccanica, sulla Clubman fu montato un 998cc da 44 cv, a differenza del 848cc da 37 cv della Mini originale.
Ma nel 1971, esordì come di consuetudine di casa Mini, la versione sportiva: Mini Clubman GT, la quale montava il motore della Cooper S 1.275cc, da 58 cv e cerchi da 12’’ pollici. Dal 1974 in poi, tutte le Clubman, adottarono il 1.098cc da 48 cv.
Negli anni successivi, tra varie e poco significative modifiche estico-meccaniche, la British Leyland, nel 1980 decise di cessare la produzione della Mini Clubman.
Rinascita e successo
Dopo 25 lunghi anni, e numerosissime richieste da appassionati e nostalgici, finalmente nel 2007, grazie al gruppo BMW, la mitica Clubby ritorna in scena!
Il design dell’auto fu affidato a Gert Volker Hildebrand, conosciuto nel panorama automobilistico per aver disegnato l’Opel Kadett, la VW Golf Mk3 e le Mini Clubman, Countryman e coupé.
Nonostante una parte della critica giornalistica, insieme ad una numerosa fetta di pubblico, stroncò senza mezzi termini il design della nuova Clubby, l’auto fu apprezzata fin da subito per la sua funzionalità.
E successivamente, fu anche rivalutata dai suoi più grandi detrattori.
La nuova Clubby (R55) rispettava alla perfezione la filosofia della sua antenata, ma in chiave moderna.
Presentava infatti soluzioni estetiche e meccaniche al quanto particolari; ricordiamo infatti, la piccola portiera ‘’fantasma‘’ unilaterale, o ‘’a vento‘’ in gergo, lo schema multilink alle sospensioni posteriori, l’assistenza elettronica alla frenata, i 6 airbag, ed ovviamente l’apertura in avanti del cofano posteriore. Naturalmente, la Clubby era più lunga rispetto alla 3 porte. I suoi 240 mm in più, permettevano una maggiore funzionalità, ed i suoi 160 mm in più di profondità, permettevano un maggiore spazio di carico. Anche il bagagliaio godette di maggior spazio, raggiungendo addirittura i 930l totali, ripiegando i sedili posteriori.
Mentre fortunatamente, il peso non toccò aumentò esageratamente, con soli 64 kg in più rispetto alla 3 porte, toccando un massimo di 1205 kg. La gamma motori era ricca e variegata, e proprio come sulla 3 porte, tutti i motori erano a 4 cilindri, disponibili sia in versione manuale o automatica. Si partiva dalla versione One, passando per la Cooper/Cooper D, fino ad arrivare alle Cooper S/Cooper SD e JCW, con i vari step di potenza a partire dai 120 cv della One, finendo ai 211 proprio della JCW.
Nel 2013 i vertici MINI annunciano l’imminente lancio della seconda generazione di Clubman, e di conseguenza, l’uscita di produzione della R55.
Due anni più tardi, al Salone di Ginevra 2014, viene presentato il concept della futura Clubby, e nel 2015, al Salone di Francoforte, è finalmente presentata a pubblico e stampa.
La vettura, denominata con la sigla di progetto F54, e basata sulla nuova piattaforma UKL2, si presentava come la Mini più lunga mai realizzata, con i suoi 427 cm in lunghezza e 180 in larghezza.
A differenza della R55, l’F54 disponeva delle 4 porte, più a quella posteriore a doppia apertura.
Ma una delle più importanti novità, era sicuramente la trazione integrale ALL4, già utilizzata dal 2010 per i modelli Countryman.
Anche i motori erano nuovi: infatti, quell’anno, BMW, dopo un lungo sviluppo, finalmente lancia sul mercato il suo 3 cilindri, un 1.5cc turbo sia benzina che diesel a bassi consumi e medio/alte prestazioni, nonché vincitore nella sezione miglior motore dell’anno 2015.
Si partiva con la motorizzazione One da 102 cv e Cooper/Cooper D da 136 e 116 cv; oltre naturalmente alla versione 2.0cc Cooper S da 178 cv, e Cooper SD da 190.
Esiste anche la versione JCW, da 306 cv e 450 Nm di coppia, capace di raggiungere i 250 km/h
(autolimitata).
Epilogo
Nel 2023, il gruppo BMW, sorprendentemente, annuncia l’uscita di produzione della Clubman.
Per omaggiare l’iconica vettura, viene lanciata sul mercato un’edizione limitata di 1969 (chiaroriferimento alla data di nascita della Clubby) esemplari: MINI Clubman Final Edition.
Un’edizione super lussuosa, pregna di dettagli, con una cura estetica maniacale e numerose personalizzazioni.. per uscire di scena per sempre, ma con stile ed originalità, come ci ha sempre saputo abituare.
Per gli amanti dei dati, ecco alcuni numeri che ne certificano il successo:
-1,1 mln di Mini Clubman (classic) vendute dal 1969 al 1980 (Longbridge/ Birmingham).
-550.000 Mini Clubman (moderne) vendute dal 2007 al 2023 (Oxford).
Personalmente, credo sia una scelta scellerata da parte del gruppo BMW mettere fuori produzione un’auto come la Clubman, capace sempre di offrire innovazioni estetiche peculiari, offrire grandi prestazioni e stare sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza, in un segmento così ambito e richiesto come quello delle wagon; capace oltremodo, di ritagliarsi una grossa fetta di mercato in oltre 150 paesi del pianeta.
La Clubman rimane un’auto iconica, distintiva ed originale. E come tutte le auto del genere, è storia dell’automobilismo mondiale.
Articolo creato da Claudio Caroleo 👇
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e curato dal punto di vista tecnico da universo motori. 👇
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