Quando si parla di Rally, non si può non citare Lancia, marchio storico e vittorioso, che nella sua lunga attività sportiva si è aggiudicata ben 11 titoli mondiali costruttori.
La regina di cui parleremo oggi è la Lancia Stratos, coupè sportiva nata dalle mani di Marcello Gandini per Bertone.
Gli esemplari prodotti della Stratos si attestano intorno ai 492 dal 1973 anno di nascita fino al 1975.
Lunga 3,71 metri, larga 1,75 m ed alta 1,08 m, la Stratos aveva un passo di soli 2,16 metri ed un peso contenutissimo: 980 chilogrammi.
Il motore ed il cambio che equipaggiano la Stratos sono quelli della Ferrari Dino 246, mentre il prototipo Stratos Zero adottava il V4 della Lancia Fulvia.
Il 6 cilindri della Dino da 2.4 litri eroga 190 cavalli e permette alla Lancia Stratos di toccare i 230 km/h di velocità massima.
L’accelerazione da 0 a 100 km/h si completa in appena 5 secondi e la trazione è posteriore, con motore centrale e schema delle sospensioni con geometria a quadrilatero all’anteriore e McPherson al posteriore.
I cerchi in lega sono da 14 pollici.
La Lancia Stratos venne progettata espressamente per competere (e vincere) nei rally, dove si aggiudicò 18 gare del WRC e divenne campione del mondo per tre anni di fila, nel 1974, 1975 e 1976.
La versione che partecipava ai rally era capace di erogare 240 CV mentre la Lancia Stratos Turbo ne aveva almeno 330, fino ad arrivare a 420 CV.
Il canto del cigno avvenne infine nel 2010 quando un facoltoso collezionista, Michael Stoschek, commissionò un esemplare unico a Pininfarina.
Articolo creato con la collaborazione di Riccardo Curcio.
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